Stiamo inventando tecnologie sempre più potenti, ma la mole di dati che produciamo è destinata ad aumentare in modo esponenziale. Scopri cosa potrebbe succedere.
Hai mai ricevuto un messaggio da Google con cui ti informa che stai per esaurire lo spazio di archiviazione di Drive? In questo caso, sai come ci si sente quando i dati superano la memoria disponibile. Alcuni scienziati ed esperti di informatica si chiedono da anni se la capacità di archiviare dati riuscirà a tenere il passo della società digitale. Di fatto, si stima che dal 2025 ogni anno produrremo più dati di quante sono le stelle nel firmamento.
Per fortuna la scienza sta sperimentando nuove tecnologie per l’archiviazione dei dati, ma i problemi non riguardano solo la quantità di spazio disponibile ma anche il modo di utilizzo, il recupero dei dati, la sicurezza e molte altre questioni.
Riusciremo a seguire il ritmo di produzione dei dati o prima o poi anche l’archiviazione diventerà una risorsa limitata e costosa? Scopri qual è la situazione attuale, quali sono le sfide per il futuro e quali le possibili soluzioni a un’eventuale crisi dello spazio di archiviazione!
Dal 2025, ogni anno produrremo più dati di quante sono le stelle nel firmamento.
3 quintilioni di byte
Questa è la cifra che, secondo Cefriel, descrive il volume di dati trasmesso ogni giorno su Internet. Un numero a 18 cifre difficile da quantificare e contestualizzare nella vita quotidiana, in cui un’email non può pesare più di 10 MB altrimenti conviene inviare un link di condivisione…
La nostra società è sempre più digitale, perciò produce dati a un ritmo sempre maggiore. A questa tendenza si adeguano le infrastrutture e l’hardware, seguendo la famosa legge di Moore, ma gli sviluppi più recenti dell’informatica potrebbero superare la capacità di adattamento delle tecnologie di archiviazione. Quali sono le cause di questa impennata del volume di dati globale e del bisogno di spazio per archiviarli?
Le sfide del futuro dell’archiviazione
Ci sono molti motivi per cui a un certo punto lo spazio di archiviazione potrebbe diventare insufficiente:
- Impatto ambientale. Anche se a noi sembra tutto virtuale, i dati richiedono risorse fisiche. Produrre, trasmettere e soprattutto archiviare i dati consuma energia elettrica, richiede la produzione di dispositivi e ha un impatto ecologico importante, basti pensare alla sostenibilità del mining delle criptovalute.
- Ridondanza del cloud. I dati si stanno spostando nel cloud e non solo quelli delle aziende, ma anche quelli del settore pubblico. Per garantirne la sicurezza e la reperibilità, questi dati vengono copiati e disseminati in più spazi di archiviazione seguendo il principio della ridondanza. Purtroppo, questa tecnica ha lo svantaggio di moltiplicare i dati salvati rispetto a quelli di partenza.
- Nuovi utilizzi dei dati. L’evoluzione della tecnologia è un processo circolare: abbiamo più dati per cui creiamo nuove tecnologie, queste rendono possibili nuovi utilizzi più esigenti in termini di dati e quindi ne produciamo ancora di più. Pensiamo ad esempio alla domotica e alle città intelligenti, quanti dati può produrre e archiviare il sistema di sicurezza stradale di una città come Roma?
- Aspetti umani e morali. Vogliamo davvero così tanti dati? Come faremo a tracciare i nostri dati e controllare la nostra privacy in futuro? Già ora la nostra digital footprint è complessa e difficilissima da cancellare, ma in futuro potrebbe essere praticamente impossibile.
- Qualità dei dati. Più dati non significano per forza più qualità, anzi, con le possibilità di archiviazione attuali memorizziamo dati incompleti, non aggiornati o incongruenti con quelli di altre piattaforme.
Queste sono le variabili più importanti tra quelle che incideranno sul futuro dello spazio di archiviazione e sul nostro rapporto con i dati. Alla luce di tutto questo, che cosa stiamo facendo per prepararci per il futuro? Quali assi hanno nella manica gli ingegneri informatici?
Più dati non significano per forza più qualità.
Il futuro dell’archiviazione dei dati
Gli scienziati di vari campi stanno lavorando a nuove tecnologie che potrebbero garantire l’espansione dello spazio di archiviazione e la risoluzione dei problemi di capacità (quelli ambientali sono un altro paio di maniche). Ecco cosa potremmo trovare negli scaffali dei negozi di elettronica in un futuro non troppo vicino:
- Sistemi di archiviazione decentralizzata tramite reti peer-to-peer. Le reti P2P permettono di distribuire i dati tra i vari nodi di una rete, in modo che non debbano essere presenti nei dispositivi di archiviazione di ciascun client. Il lato negativo di questa tecnologia è il basso livello di sicurezza delle reti.
- Computer quantistici. Siamo ancora molto lontani dalla creazione di un computer quantistico di uso commerciale, per ora ne esistono solo versioni sperimentali. Tuttavia, teoricamente la fisica quantistica applicata all’informatica promette di ampliare la capacità di archiviazione dei dati in modi che non possiamo neanche immaginare, dato che supererebbero la logica binaria su cui si basa l’informatica contemporanea.
- Magneti molecolari. Una nuova tecnologia in via di sviluppo prevede l’utilizzo delle molecole e dei loro stati magnetici per archiviare informazione. Un campo certamente interessante, ma anche in questo caso siamo lontani da un’applicazione commerciale, seppur molto meno rispetto ai computer quantistici.
- Dischi di quarzo. Grazie a una nuova tecnica di scrittura laser sarebbe possibile salvare informazioni in dischi di quarzo, il cui principale vantaggio è una durata pressoché infinita nel tempo.
- Hardware riciclato. Un modo molto semplice e conveniente per arginare la scarsezza di spazio sarebbe potenziare il riciclaggio, in questo caso dei supporti di memoria. Ogni computer buttato è anche un hard disk inutilizzato, che invece potrebbe essere ripulito e riparato.
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Abbiamo visto quante variabili ci sono in gioco e quante possibilità riserva il futuro, sia in negativo che in positivo. L’impatto ambientale avrà sicuramente un ruolo da protagonista nelle scelte che verranno prese nei prossimi anni, ma la logica del mercato non sarà da meno.
E tu, che cosa ne pensi? Finiremo mai lo spazio di archiviazione o avremo tutti un computer quantistico in cui salvare i meme di WhatsApp? Faccelo sapere nei commenti e segui il nostro blog per non perderti le ultime novità e i nostri utili consigli di cybersicurezza.
Buona navigazione e buona archiviazione dei dati!