Scopri quanto sono diffuse le molestie online, cosa ne pensano le persone e come reagiscono.
Continuiamo la serie di post sul sondaggio di Panda Security commissionato a IO Investigación, con cui abbiamo chiesto a migliaia di europei come utilizzano le nuove tecnologie, cosa ne pensano e che pericoli percepiscono. Per leggere i post precedenti, visita la pagina del sondaggio di cybersecurity.
Violenza di genere e molestie online
Dedichiamo il 4º post di questa serie alla violenza di genere online, ovvero alle molestie e abusi su internet che hanno come base i gusti, l’orientamento o l’identità sessuale e di genere delle persone. Si tratta di un’ampia categoria, così come ampio è il ventaglio di modalità di violenza online:
- Molestie
- Furto d’identità
- Frode
- Limitazione dell’accesso al digitale
- Divulgazione di contenuti personali o intimi
- Incitamento all’odio
- Accesso e controllo senza consenso agli account online
- Cyber-stalking
Come abbiamo visto in questo post sulla cyberviolenza, la violenza non è solo fisica, ma anche psicologica, sia essa verbale, scritta o inflitta tramite altri media. Inoltre, non esiste ancora una definizione unanime e completa della cyberviolenza, per cui nei nostri post utilizziamo i termini violenza, molestie e abusi, accompagnati dalle parole online o cyber per specificare che avvengono su un mezzo digitale.
Solo l’11% degli italiani pensa che le molestie siano abituali online, contrariamente a un 50% degli europei.
I risultati del sondaggio
I risultati del sondaggio sono coerenti con i dati delle associazioni del settore e rispecchiano uno scenario digitale in cui le molestie sono diffuse e la metà delle persone le considera abituali, tranne noi italiani, che tendiamo a sottovalutare la diffusione e la gravità di questo fenomeno.
Ecco cos’abbiamo scoperto con le nostre domande sugli abusi e la violenza online:
- Il 15% degli intervistati ha subito una forma di violenza online a causa della propria identità di genere o del proprio orientamento sessuale.
- Il 50% degli europei pensa che le molestie online siano qualcosa di abituale.
- In contrasto con questo dato, solo l’11% degli italiani pensa che si tratti di qualcosa di abituale.
- Il 56% degli intervistati indica i social network come il canale principale su cui avvengono gli abusi e le molestie online.
- Delle persone che hanno subito un episodio di violenza di genere online, il 75% ha reagito (denunciando o affrontando l’aggressore), mentre il 25% non ha fatto niente.
La prima cosa interessante da notare è che i risultati del sondaggio sono in linea con i dati dell’UE, secondo i quali il 20% delle donne europee ha subito molestie online.
La seconda cosa da sottolineare è che c’è una grande differenza tra la percezione del fenomeno tra italiani ed altri europei: un 11% contro un 55% degli intervistati considera le molestie online abituali. La breccia tra queste due percentuali indica un problema nella percezione del fenomeno: o gli europei sovrastimano la violenza di genere online oppure gli italiani la sottovalutano.
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Poi, colpisce (ma non stupisce) la classifica dei canali digitali su cui avvengono più molestie:
- Social network
- WhatsApp e chat
- SMS
- Forum
- Blog
Le reti sociali sono il canale che consente maggiore interazione tra gli utenti, assicurando in molti casi una forma di semianonimato o anche di completo anonimato. Questo punto fa pensare a uno dei dilemmi relativi alla comunicazione online, ovvero se abbiamo bisogno di una legge sulla moderazione dei contenuti? Abbiamo bisogno di metodi di verifica dell’identità online?
Poi, vale la pena notare la correlazione tra la reazione agli episodi di cyberviolenza e l’età delle vittime: le persone che reagiscono di più hanno dai 45 ai 54 anni, mentre quelle più passive sono quelle giovani, che hanno dai 18 ai 24 anni. Al contrario, le persone che subiscono più molestie sono quelle giovanissime (33%) rispetto a quelle più anziane (4%).
Infine, sottolineiamo che il genere non influisce significativamente sull’esposizione alle molestie online e sulla percezione del problema.
La violenza digitale avviene soprattutto sui social network, via email e nelle chat come WhatsApp. Quasi il 75% reagisce, ma solo il 24% denuncia alle autorità.
Consigli di sicurezza contro gli abusi online
La cyberviolenza e la violenza di genere sono temi delicati, che vengono trattati meglio e in modo più approfondito dalle associazioni del settore, a cui vi rimandiamo per avere informazioni di prima mano.
Più in generale, come professionisti della cybersicurezza, possiamo contribuire con alcuni consigli di sicurezza da seguire in caso di violenza online:
- Non sottovalutare il problema, denuncialo alle autorità.
- Se hai bisogno di aiuto, rivolgiti a un’associazione, ad esempio alla rete DiRE (Donne in Rete contro la Violenza).
- Raccogli prove e contatta l’assistenza del social network che stai usando.
- Se pensi essere vittima di uno stalker, controlla i tuoi dispositivi.
- Esegui una scansione del telefono e del computer alla ricerca di spyware, virus informatici che registrano la tua attività e ciò che digiti sulla tastiera.
- Configura le impostazioni di sicurezza delle piattaforme online.
- Utilizza una VPN per navigare in modo anonimo.
- Usa un password manager per creare password uniche e complesse.
- Non riutilizzare la stessa password per più account online.
- Non usare password facili da indovinare, ad esempio che contengano date di nascita, nomi di figli o animali, luoghi importanti e così via.
La cybersicurezza mette a disposizione delle persone molti strumenti utili e potenti per controllare i propri dispositivi e ridurre al minimo le attività illecite. Purtroppo, la maggior parte delle molestie online avviene su canali in cui la comunicazione è già autorizzata da entrambe le parti, per cui non è facile filtrare o bloccare gli abusi online.
In questo 4º post sul nostro sondaggio di cybersecurity, abbiamo visto che il 15% delle persone ha subito un episodio di molestie o violenza online legate alla propria identità di genere o al proprio orientamento sessuale.
Inoltre, abbiamo descritto alcune importanti caratteristiche del fenomeno, come la differenza nella percezione tra italiani e il resto degli europei e l’impatto dell’età sulle reazioni e sull’esposizione alla violenza online.
Se ti è piaciuto questo post, vai alla pagina principale del sondaggio e scopri altre tendenze della cybersicurezza in Italia e in Europa!