La domotica si evolve all’insegna dell’usabilità e della compatibilità, e si stacca sempre di più dallo smartphone.

Al CES 2024, un’importante convention del settore hi-tech, le grandi aziende della domotica hanno presentato le loro novità per quest’anno. Sulla base di questi prodotti e della reazione delle persone online, abbiamo deciso di scrivere questo post per riassumere le nuove tendenze delle smart home, cosa vogliono le persone e quali sono i problemi da risolvere. Continua a leggere!

Le grandi novità delle smart home

A giudicare dai nuovi prodotti IoT presentati al CES dalle grandi aziende tecnologiche come Samsung, Amazon o Google, il futuro della domotica è duplice: automatizzazione e semplicità di utilizzo.

Automatizzazione grazie all’AI

La prima grande novità è che l’AI sta rivoluzionando anche il campo della domotica. Innanzitutto, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa sta cambiando il modo di interagire con le interfacce e con gli assistenti domestici come Alexa. Poi, il machine learning consente di creare applicazioni e dispositivi che apprendono il comportamento desiderato dai padroni di casa e le caratteristiche dell’ambiente per automatizzare le operazioni più frequenti (e più noiose).

Controlli più facili

L’automatizzazione, riducendo l’intervento necessario da parte dell’utente, rende già più facile l’uso dei dispositivi IoT per la casa, ma c’è di più. Le big tech hanno ascoltato i feedback dei clienti e hanno capito che uno dei grandi ostacoli all’adozione della domotica è la complessità di utilizzo (più che il prezzo).

Per questo le nuove applicazioni e piattaforme di gestione sono più semplici e intuitive. Ad esempio, una nuova funzionalità molto diffusa è quella delle mappe 3D della casa, con cui è possibile interagire dagli schermi dei dispositivi o dalla televisione, per non dover utilizzare sempre il telefono.


La soluzione ottimale sembra essere un mix di modalità diverse: meno smartphone, più controlli locali, più interfacce semplici e visive, meno testo, più comandi vocali.


Minore dipendenza dallo smartphone

Questo è un altro punto molto importante per un sacco di persone: non dover ricorrere sempre al telefono (che già hanno in mano per ore e ore durante la propria giornata). I controlli del telefono sono poco intuitivi e a volte complessi dal punto di vista informatico, per cui le nuove interfacce vengono progettate in modo da essere più intuitive, ad esempio dando la priorità a elementi visivi come le mappe.

Per finire, la semplificazione dei controlli crea un effetto a valanga: se le app sono facili da controllare, gli utenti iniziano a farlo con comandi vocali impartiti al proprio assistente (che tra l’altro, grazie all’AI, è ancora più bravo a capire parole e intenzioni). L’uso di comandi vocali semplifica ancora di più l’interazione uomo-macchina, perché omette una grande quantità di dettagli (a cui si può ancora accedere dall’interfaccia principale o dalle impostazioni dei singoli dispositivi).

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Un parziale ritorno all’analogico

Contemporaneamente, sempre nell’ottica di semplificare l’uso dei dispositivi IoT di casa, molti di questi iniziano a integrare controlli fisici intelligenti e intuitivi. Ad esempio, la nuova generazione di interruttori smart ha una serie di funzionalità che permette alle persone di non dover girare per casa con il telefono in mano, come se si trattasse di un telecomando universale.

Sembra, quindi, che l’esperienza ottimale sia quella offerta da un mix di soluzioni e modalità, con la flessibilità sufficiente per adattarsi alle peculiarità di ogni persona e casa: meno smartphone, più controlli locali, più interfacce semplici e visive, meno testo, più comandi vocali.


Le persone cercano comodità, benessere e risparmio energetico, ma hanno bisogno di sicurezza per convincersi a rendere smart la propria casa.


Nuova parola chiave: interoperabilità

La semplificazione dell’uso si declina una volta di più in un’altra caratteristica dei sistemi di domotica, la compatibilità tra marche e sistemi diversi. La scelta di dispositivi e programmi è infinita, per cui le persone vogliono poter utilizzare tutti i dispositivi e combinarli come vogliono per dare vita alla propria casa intelligente.

Questo, a livello tecnico, si traduce nell’interoperabilità a livello di formati, protocolli e applicazioni. Ci hanno pensato le quattro più grandi aziende del settore (Samsung, Google, Amazon e Apple) che nel 2022 hanno lanciato il primo protocollo universale per i dispositivi IoT, chiamato Matter.

La novità è che sempre più aziende hanno iniziato ad adottarlo e questo incide positivamente sulla facilità di controllo per l’utente finale, che già da ora può combinare dispositivi diversi nella propria rete e farli comunicare tra loro.

Cosa vogliono gli utenti italiani

In Italia, le persone che trasformano la propria casa in una smart home lo fanno principalmente per uno di questi 3 motivi:

  1. Comodità

    Le persone vogliono delegare sempre più attività alle macchine, specie se intelligenti e in grado di automatizzare le operazioni senza chiedere l’intervento dell’uomo.

  2. Salute e benessere

    Molte applicazioni servono per migliorare la qualità della vita nell’ambiente di casa, come il controllo della qualità dell’aria o la regolazione dell’illuminazione in base alla luminosità esterna.

  3. Efficienza energetica

    Sempre più persone sono preoccupate dal cambiamento climatico e cercano di fare un uso più accorto delle risorse naturali, prima fra tutte l’energia. Una casa costruita in funzione della sostenibilità ambientale e dotata di dispositivi intelligenti può ottimizzare l’uso di elettricità, gas e acqua, far risparmiare i padroni di casa e ridurre l’impatto della famiglia sull’ambiente.

Queste sono le motivazioni principali che spingono le persone a installare dispositivi smart nella propria casa. Tuttavia, affinché una famiglia decida di adottare queste nuove soluzioni digitali, la motivazione non basta: è necessario anche un minimo di conoscenze e capacità.

Proprio per questo, la sfida del futuro è rendere la domotica il più semplice e accessibile possibile. In questo modo, le persone non dovranno superare una barriera insormontabile e potranno fin da subito controllare la propria smart home senza dover passare ore sui manuali e online.

Il futuro della domotica, insomma, si trova all’incrocio di queste grandi correnti: automatizzazione delle operazioni, facilità di utilizzo e interoperabilità. In qualità di esperti di cybersecurity, vorremmo aggiungere un quarto motore di innovazione, ovvero la sicurezza delle smart home.

Molte persone non si fidano ancora, e preferiscono non installare dispositivi smart in casa perché hanno paura che non siano sicuri dal punto di vista informatico o, peggio ancora, che possano smettere di funzionare all’improvviso, privando l’utente della possibilità di controllare la propria abitazione.

Per questo, crediamo che per le aziende che investono in questo settore sia importantissimo includere la sicurezza (digitale e fisica) tra le priorità. Nei prossimi mesi, vedremo come procederà l’innovazione dei dispositivi IoT per la casa, l’integrazione dell’AI e la semplificazione dei controlli.

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