Ti dice niente il nome Cambridge Analytica? Eccoti un indizio: ha a che fare con l’estrazione di dati e i profili Facebook.
Cambridge Analytica era una società di consulenza con sede a Londra, indagata per l’utilizzo dei dati estratti da Facebook mediante l’app Thisisyourdigitallife (letteralmente “questa è la tua vita digitale) al fine di influenzare gli utenti durante le ultime elezioni.
Perché Facebook gliel’ha permesso? Ogni app ha le proprie norme sulla privacy e quando le accetti potresti autorizzarla ad accedere ai tuoi dati e utilizzarli. Tecnicamente le app sono considerate terze parti, per cui possono sfruttare questi dati in modi meno convenzionali e con cui potresti non essere d’accordo.
I siti di social media, dal canto loro, hanno norme sulla privacy piuttosto complicate, ragion per cui è importante leggerle bene e aggiornare le relative impostazioni. In alcuni paesi come il Regno Unito, per garantire la sicurezza dei dati personali sono state emanate leggi ancora più restrittive in materia, come il recente Regolamento generale per la protezione dei dati, il famoso GDPR.
Moltissimi utenti aggiungono informazioni ai propri profili sui social media pensando che sia un comportamento del tutto innocuo, ma c’è chi utilizza questi dati per inviarti annunci personalizzati o rivenderli a professionisti del marketing o, ancora peggio, su canali illegali per scopi criminali. Facebook ha addirittura ammesso di utilizzare 98 punti di rilevamento di informazioni personali per stabilire il target degli annunci pubblicitari.