Impara a riconoscerle e proteggerti dalla disinformazione online.
Dal nepotismo della Boldrini al presunto attentato in Svezia fino al prosecco che fa male ai denti. Internet ha democraticizzato l’informazione e rivoluzionato il giornalismo, ma ci espone anche a molte notizie false, obbligandoci a diventare lettori esperti e dotati di senso critico.
Che cosa sono esattamente le fake news? Chi e perché le fa circolare? Oggi risponderemo a queste domande molto attuali nel nostro paese e cercheremo di trovare un antidoto contro le bufale online, in attesa che qualcuno più esperto di noi sviluppi un vaccino.
Che cosa sono le fake news?
Sono notizie false, basate su fatti e dati inesistenti e messe in circolazione da fonti non attendibili, che dalla loro diffusione ricavano un qualche tipo di vantaggio o profitto. In particolare, una notizia falsa online è come un virus: si diffonde a un ritmo esponenziale e più persone contagia, maggiori sono i danni e più diventa difficile debellarla.
In Italia ne abbiamo avuti molti esempi durante gli ultimi due anni, basti pensare alla rete di siti di fake news appartenenti all’impresa Web365 smascherata da un’inchiesta di BuzzFeed, ma come vedremo il problema è molto più diffuso di quello che sembra.
Chi crea e fa circolare le fake news? E perché?
Vi sono vari tipi di creatori e “untori” di bufale. Innanzitutto, vi sono molti siti web che vivono di click baiting: pubblicano notizie false con foto e titoli sensazionalistici per attirare clic sulle proprie pagine e guadagnare con le impressioni degli annunci online. Oltre alle false informazioni, questi siti sono pericolosi perché spesso contengono malware o altre minacce informatiche.
La seconda categoria ha intenzioni ancora peggiori: si tratta di attori sociali che utilizzano le fake news per manipolare l’opinione pubblica, ad esempio per screditare un certo personaggio politico, creare consenso intorno a temi sensibili come l’immigrazione o il terrorismo o addirittura influenzare i cittadini prima delle elezioni.
Ne abbiamo sentito parlare a lungo in relazione alle ultime presidenziali degli Stati Uniti e al Brexit, ma si tratta di un fenomeno globale che interessa molti paesi, tra cui anche alcuni dell’Africa, in cui le elezioni di dieci nazioni sono state influenzate da account Twitter e siti di fake news. In Kenya, la Corte Costituzionale ha dovuto addirittura invalidare le elezioni di agosto 2017 a causa della disinformazione online e ripeterle a ottobre.
E infine ci siamo noi, gli utenti di Internet a cui piace condividere notizie e contenuti sui social media, convertendoci senza saperlo in un’enorme cassa di risonanza per le fake news. Sui social le notizie false, come quelle vere, si diffondono a macchia d’olio per vari motivi. Da un lato, sono i mezzi stessi a permetterci di condividere le notizie con un semplice clic.
Dall’altro, vi sono alcuni meccanismi psicologici per cui lo facciamo senza verificarle, tra cui il più importante è probabilmente il pregiudizio di conferma: abbiamo la tendenza ad accettare – e condividere – le informazioni che supportano le nostre credenze e respingere quelle contrarie.
È un principio tristemente semplice che ha le sue ragioni di esistere, perché l’attività intellettiva è faticosa e l’essere umano è biologicamente programmato per risparmiare energie ed evitare emozioni negative come quelle derivanti dal conflitto tra la propria visione del mondo ed eventuali dati contrastanti. Il rischio maggiore che corriamo è radicalizzare sempre di più le nostre opinioni, lasciandoci manipolare invece di agire in modo razionale e libero.
Come diceva Eleanor Roosevelt, la libertà comporta responsabilità, il che ci porta direttamente al quid della questione: se vogliamo difenderci dai tentativi di manipolazione (economica o politica) dell’informazione, dobbiamo agire in prima persona.
Che cosa possiamo fare per difenderci dalle fake news?
In rete si trovano vari elenchi di buone pratiche da seguire per riconoscere le bufale online, ad esempio il decalogo di Facebook o i cinque consigli del Parlamento Europeo (in inglese). Dai consigli pubblicati da giornalisti ed esperti emerge che non esiste ancora una soluzione completa ed efficace al 100% contro la disinformazione, per cui dobbiamo assumerci la responsabilità di controllare le notizie personalmente.
Come cittadini ed elettori, ma anche come madri e padri preoccupati per i nostri figli, non possiamo più permetterci il lusso di ricevere passivamente tutte le notizie che ci arrivano. Dobbiamo armarci di pazienza e buon senso e imparare a verificarle.
Giornalista per un giorno
Ti proponiamo di fare un esperimento divertente e diventare per un giorno un aspirante giornalista. La prossima volta che trovi una notizia sconcertante o sospetta, prova a fare ciò che farebbe un professionista dell’informazione:
- Controlla la fonte e l’autore. Li conosci? Sono affidabili? Fai qualche ricerca su Internet al riguardo. Se hanno una cattiva reputazione, ti sarà facile scoprirlo online.
- Diffida di titoli sensazionalistici e dati troppo eclatanti. Se le informazioni ti sembrano esagerate, può darsi che siano false.
- Verifica date e foto. Basta fare qualche ricerca online per vedere se una notizia o una foto sono già state pubblicate qualche anno prima e “ritagliate” dal proprio contesto originale per confezionare una fake news. Per farti un’idea leggi il caso della famosa foto dei migranti pronti a partire dalla Libia, che in realtà fu scattata nel 1989 in occasione del concerto dei Pink Floyd a Venezia.
- Consulta i siti di debunking. Repubblica ha pubblicato una galleria con i 10 migliori siti dedicati al debunking, ovvero a smontare falsi miti e bufale online. Se una notizia non ti convince, affidati ai professionisti e cercala su uno di questi siti.
- Installa un software antivirus. Molti dei siti che guadagnano con le fake news e il click baiting contengono malware ed espongono ad altre minacce digitali ancora più serie. Un buon pacchetto antivirus ti protegge dagli attacchi informatici che potresti subire su questi siti.
Quando leggiamo una notizia non abbiamo sempre il tempo di svolgere tutte le operazioni elencate sopra, ma farlo almeno una volta può risvegliare il nostro senso critico e renderci meno influenzabili. Come sempre, il rimedio migliore contro i pericoli digitali – in questo caso legati all’informazione – è usare la testa e il buon senso.
Controlla le notizie e condivi sui social media solo quelle che ritieni attendibili. In questo modo contribuirai anche tu a fare di Internet un luogo più pulito e sicuro per tutti.
Buona navigazione e buon debunking!