Abbiamo chiesto a 1500 persone che rapporto hanno con i cyberattacchi e ne abbiamo ricavato una panoramica sulla sicurezza informatica in Italia
Ottobre 2020, mese della sicurezza informatica in Europa. Noi di Panda Security lo abbiamo celebrato conducendo un nuovo sondaggio, questa volta per capire che posto occupa la sicurezza informatica nella vita degli italiani, se hanno avuto brutte esperienze, cosa li preoccupa e che strumenti utilizzano per proteggersi.
Con quattro semplici domande abbiamo confezionato un sondaggio online tramite Google Survey e intervistato 1501 persone. Semplificando al massimo, ecco il risultato: la minaccia informatica più diffusa in Italia è il malware. I partecipanti sono preoccupati soprattutto per le truffe economiche e il furto di dati sensibili, e non si fidano di social network ed email. Per quanto riguarda la cybersicurezza, valutano positivamente antivirus, VPN e password manager.
Da questa succinta panoramica, nel post vedremo più nel dettaglio i risultati e, per concludere, ti offriremo alcuni spunti per futuri approfondimenti.
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Quanti italiani hanno subito un attacco informatico
La prima domanda che abbiamo fatto ai partecipanti è “Sei mai stata/o vittima di un attacco informatico?”. Il 76% ha risposto no, mentre quasi il 18% ha detto di sì, indicando i virus come tipologia di attacco subito. Seguono attacchi ransomware e furto di password, ma con percentuali molto ridotte, rispettivamente 3,5% e 2,4%.
Questo primo dato può essere anche letto in questo modo: nel complesso, solo il 25% delle persone si è reso conto di essere stato il bersaglio di un attacco informatico. Il fatto di non avere subito danni o che l’attacco non sia andato a buon fine, non significa che non sia avvenuto. Ad esempio, se inserisci il tuo indirizzo email personale nel motore di ricerca di Have I been pwned, molto probabilmente scoprirai che è stato coinvolto in un data breach di qualche grande piattaforma.
La seconda constatazione, più ovvia, è che una persona su cinque ha avuto a che fare con almeno un virus informatico, il che spiega il risultato della quarta domanda che abbiamo fatto ai nostri partecipanti: come vedremo, il 54% delle persone considera essenziale l’utilizzo di un buon programma antivirus.
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I luoghi online considerati più pericolosi
Come seconda domanda, abbiamo chiesto ai partecipanti “Dove credi di essere più vulnerabile agli attacchi informatici?”. Come si vede nel grafico, le risposte hanno una distribuzione più o meno simile, fatta eccezione per l’e-banking che rimane una preoccupazione solo per il 10% degli intervistati.
Effettivamente, le applicazioni di home banking digitale sono sicure e utilizzano l’autenticazione a due fattori con metodi biometrici, per cui è normale che le persone si sentano protette. Tuttavia, il numero di trojan bancari sviluppati dagli hacker sta aumentando e questo territorio sta diventando sempre meno sicuro rispetto al passato. Una ragione in più per confermare la necessità di un buon antivirus, in linea con le altre risposte al sondaggio.
Per il resto è interessante notare che, anche se con una differenza minima, l’ambiente considerato meno sicuro è il mondo delle reti sociali, che raccoglie preoccupazioni di molti generi, dalle truffe di phishing al bullismo alle fake news. Definitivamente, gli utenti dei social network sono entrati in una fase di maturità in cui il mezzo non è più quella scintillante novità di qualche anno fa o almeno non solo quello, ma anche un luogo che presenta insidie e la cui frequentazione va regolata nel modo e nella frequenza.
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Di cosa hanno paura gli utenti di Internet
Con la terza domanda che abbiamo rivolto agli intervistati, “Quale vulnerabilità online ti preoccupa di più?”, volevamo capire cosa pensano che potrebbe succedere se dovessero essere vittima di un attacco informatico. Il 41% è preoccupato per il proprio denaro – dato che non stupisce – mentre il restante 59% si divide più o meno equamente tra il furto di identità digitale, la diffusione di immagini private e il sequestro di dati sensibili.
La cosa interessante è che queste ultime tre categorie fanno capo a una più generale che potremmo chiamare “dati personali”: 6 persone su 10 temono che i propri dati sensibili possano finire nelle mani di criminali che li utilizzeranno per diversi scopi, dal ricatto al furto di identità digitale.
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Strumenti di sicurezza informatica indispensabili
Alla luce di questi dati, è ancora più comprensibile il risultato della quarta domanda del nostro sondaggio: “Quale prodotto di cyber-sicurezza consideri essenziale?”, a cui gli intervistati hanno risposto antivirus (54%), VPN (15%) e, con un certo distacco, strumenti di pulizia e ottimizzazione, parental control e password manager (dal 9% all’11%).
Le risposte a questa domanda ci riempiono di ottimismo, perché sono coerenti con i timori degli intervistati e indicano che le persone hanno compreso alla perfezione cosa bisogna fare per proteggersi dalle varie tipologie di attacchi informatici.
Conclusioni
La maggior parte delle persone ha paura di virus e malware, e valuta come indispensabile l’utilizzo di un buon software antivirus. Inoltre, gli intervistati sono preoccupati per i propri dati personali, e hanno capito che navigare con una VPN li aiuta nascondere la propria identità ed evitare i pericoli delle reti Wi-Fi pubbliche. Infine, dato che il grande problema dei furti di dati personali dipende soprattutto da credenziali di accesso poco sicure, gli utenti di Internet hanno compreso quanto sia importante utilizzare quotidianamente un buon password manager.
Approfondimenti
Parallelamente a queste conclusioni, vogliamo sottolineare alcune altre informazioni:
- Con l’età aumenta la vulnerabilità online. Delle persone che hanno subito un attacco informatico con virus, il 55% ha più di 55 anni e il 33% ha più di 65 anni. Questo significa che il digital divide continua a costare caro alle generazioni con meno competenze digitali. Queste fasce della popolazione sono quelle che più hanno bisogno di utilizzare software di cybersicurezza e informarsi sulle minacce informatiche.
- Più coscienza sulla protezione dei dati. Dato che la preoccupazione principale degli italiani è riconducibile in qualche modo alla salvaguardia dei dati personali (comprese fotografie e conversazioni), è necessario che ogni utente utilizzi un approccio integrato e dinamico: strumenti di cybersicurezza e norme di comportamento online, facendo attenzione soprattutto ai tentativi di phishing.
- Backup contro il ransomware. Visto che una parte importante della popolazione teme di perdere i propri dati e di dover pagare un riscatto per riaverli indietro, consigliamo ancora una volta di utilizzare backup e punti di ripristino per tutti i dispositivi o quantomeno per i file e le informazioni più importanti.
Anche tu condividi le stesse paure e opinioni dei partecipanti al nostro studio? Oppure hai esigenze e timori diversi? Faccelo sapere lasciando un commento di seguito e continua a seguire il nostro blog per non perderti le ultime notizie di cybersicurezza!
Buona navigazione e buona informazione sugli attacchi informatici!
[Fonte: sondaggio condotto da Panda Security tramite Google Surveys, n= 1.501, utenti di Internet maggiori di 18 anni, Italia, 2020]