Il dipartimento di giustizia ha accusato Apple di soffocare la concorrenza e rallentare l’innovazione sfruttando la propria posizione sul mercato e controllando l’ecosistema degli iPhone.
Questa è la terza volta che Apple è accusata violazione delle leggi antimonopolio, conosciute come antitrust, dal governo degli Stati Uniti, in particolare dal Dipartimento di Giustizia. L’accusa si concentra sulla restrizione dell’accesso a sviluppatori di terze parti tramite barriere tecnologiche e finanziarie e, per la sua portata, ricorda il famoso caso contro Microsoft negli anni 90, per cui ci sono voluti anni prima di arrivare a una Soluzione.
La buona notizia, come vedremo in questo post, è che i provvedimenti antitrust comportano sempre dei vantaggi per i consumatori. Qui, inoltre, parliamo del monopolio informatico di Apple e delle conseguenze sulla sicurezza informatica per gli utenti finali. Buona lettura!
“Apple imprigiona i suoi utenti nell’iPhone, mentre caccia la concorrenza dal mercato […] Apple ha soffocato un intero settore produttivo.”
Lisa Monaco, Viceprocuratore Generale degli Stati Uniti
Il dipartimento di giustizia americano contro Apple
Durante una conferenza stampa, la viceprocuratore generale Lisa Monaco ha dichiarato che Apple ha “soffocato un intero settore produttivo”. In questo post preferiamo non prendere posizioni, per cui presentiamo i fatti e i dettagli dell’accusa per poi concentrarci su ciò che ci interessa di più: le conseguenze per le persone e la loro sicurezza informatica.
Gli USA hanno varie leggi antimonopolistiche, il cui obiettivo principale è impedire alle aziende di approfittare di una posizione di dominio sul mercato per soffocare la concorrenza. Questo perché non solo limita lo sviluppo delle altre organizzazioni, ma soprattutto rallenta l’innovazione e restringe l’offerta ai consumatori.
Apple ha da sempre scommesso su un ecosistema chiuso e il dipartimento di giustizia sostiene che ha creato una posizione di monopolio in relazione ai propri smartphone, soprattutto per quanto riguarda:
- Super app, ovvero app multifunzionali come WeChat
- Servizi di streaming nel cloud
- Portafogli per pagamenti elettronici
- App di sviluppatori di terze parti
L’accusa ritiene che le pratiche di Apple violino le leggi antitrust vigenti, mentre Apple ha risposto dicendo che uno dei principali motivi della chiusura del suo ecosistema è la sicurezza e che, aprendo e modificando le sue procedure, gli utenti sarebbero molto più a rischio.
A questo proposito, l’accusa ha replicato a sua volta sostenendo che proprio la mancanza di competitività e alternative ha reso il sistema operativo iOS meno privato e sicuro.
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Perché è importante questa causa contro Apple e come incide sui consumatori italiani
Le cause da parte di governi nazionali o sovrannazionali (come l’Unione europea) contro le Big Tech sono sempre una buona, perché ne limitano lo strapotere e ricordano a queste gigantesche organizzazioni che anche loro devono rispettare le leggi e le persone.
Uno dei punti fondamentali delle accuse degli ultimi anni contro Apple è che abbia reso troppo chiuso l’ecosistema di app per l’iPhone. Di fatto, dal 2020 è stata obbligata a dimezzare la commissione sulle vendite degli sviluppatori più piccoli (quelli che fatturano a Apple meno di un milione di dollari).
Ecco quali sono i problemi più grossi:
- Per pubblicare un’app nell’App Store di Apple, gli sviluppatori devono pagare una commissione del 30% sulle entrate (ora del 15% per gli sviluppatori più piccoli, come abbiamo visto sopra). In questo modo, molte aziende non possono accedere a questa piattaforma, con due conseguenze principali: l’offerta di app per il cliente è ridotta e i prezzi sono più alti, perché devono coprire anche queste commissioni altissime.
- I sistemi Apple non si integrano o si integrano male con altri ecosistemi, software e ambienti cloud. In questo modo, un po’ come succede con le app e gli Account Google, l’utente è praticamente obbligato a scegliere sempre soluzioni sia software sia hardware della marca Apple, facendo levitare ancora di più il costo complessivo di scegliere un iPhone.
- Le barriere finanziarie e tecnologiche ostacolano la concorrenza, che è considerata come il motore principale dell’innovazione tecnologica. Limitarla è quindi un reato nei confronti dei cittadini, che hanno diritto a usufruire di tutti i progressi nel campo digitale.
- Tra i sistemi più chiusi, spicca Apple Pay, il metodo di pagamento elettronico con tecnologia NFC (senza contatto). Apple non consente di utilizzare nessun’altra soluzione per i pagamenti, limitando notevolmente le possibilità dei consumatori.
Questi sono solo i quattro punti più eclatanti di una lunga serie di contestazioni da parte del governo degli Stati Uniti, che ricorda altri casi antitrust come la famosa causa contro Microsoft o le multe dell’Unione europea a Google per quanto riguarda i suoi strumenti per la pubblicità online.
L’accusa sostiene che se l’ecosistema Apple fosse più aperto, gli utenti avrebbero anche più strumenti di sicurezza e questi sarebbero più efficaci.
Quindi, gli iPhone sono più o meno sicuri?
Apple e il dipartimento di giustizia si sono scontrati soprattutto su questo punto, che è anche quello che ci interessa di più, nonché il motivo per cui abbiamo dedicato un post a questo argomento.
Apple ha risposto all’accusa chiamando in causa la sicurezza degli utenti finali e l’accusa ha ribattuto dicendo che si tratta solo di scuse e che, al contrario, un sistema più aperto consentirebbe agli utenti di migliorare le proprie difese informatiche. A tutto questo, inoltre, si aggiunge il problema del rispetto della protezione dei dati personali, a cui abbiamo dedicato altri post in passato, mettendo in luce che Apple non è bravissima a rispettare la privacy dei suoi utenti.
In qualità di specialisti di cybersicurezza e fornitori di sistemi di cybersecurity privati, concordiamo con la posizione del dipartimento di giustizia americano: ogni persona ha diritto di poter scegliere tra quante più opzioni possibili, per trovare la soluzione che risponda meglio alle sue esigenze e per sfruttare tutte le innovazioni disponibili, anche quando queste non appartengono all’ecosistema di partenza.
Vantaggi dell’antitrust per i consumatori
Per concludere, vogliamo ricordare alcuni benefici dell’attività antitrust dei governi, tra cui quella italiana: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM):
- Prevenzione dei monopoli: le leggi antitrust impediscono la formazione di monopoli (o quantomeno ci provano), garantendo più scelte e prezzi competitivi per i consumatori.
- Prezzi più bassi: la concorrenza stimolata dall’antitrust aiuta a ridurre i prezzi, rendendo i prodotti e i servizi più accessibili (le commissioni di Apple alla fine ricadono sul consumatore tramite il prezzo di vendita dei servizi).
- Più qualità: un mercato competitivo spinge le aziende a migliorare la qualità e l’innovazione dei loro prodotti per attirare i consumatori.
- Maggiore trasparenza: le norme antimonopolistiche aumentano la trasparenza delle aziende, permettendo ai consumatori di fare scelte più consapevoli.
- Protezione contro le pratiche sleali: l’antitrust protegge le aziende da pratiche commerciali sleali, mantenendo un ambiente di mercato equo e sano.
Abbiamo visto l’ultima azione giudiziaria degli Stati Uniti contro Apple e perché è importante che i governi limitino l’attività delle Big Tech. Più nel dettaglio, abbiamo visto quali sono le pratiche di Apple più contestate e quali sono le implicazioni a livello di sicurezza.
Infine, ti ricordiamo che in Europa, oltre a un dipartimento antitrust particolarmente agguerrito, abbiamo anche due nuovi regolamenti che limitano lo strapotere delle multinazionali della tecnologia: il DSA e il DMA. Se vuoi approfondire questo argomento, puoi leggere il post che abbiamo scritto facendo clic sul link di seguito.
CONTINUA A LEGGERE: Digital Services Act (DSA) e Digital Markets Act (DMA), cosa cambia per utenti e Big Tech
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