Scopriamo cos’è la neutralità della rete e gli ultimi sviluppi in Italia e nel mondo
La net neutrality è uno di quei concetti che pochi conoscono ma da cui tutti traggono vantaggio. Il principio di neutralità della rete sancisce che Internet è un bene comune e che gli ISP (provider di servizi Internet e telefonici) non possono segmentare e controllare l’accesso degli utenti. Se Internet non fosse neutrale, potrebbero succedere due cose:
- L’accesso ad alcuni contenuti e siti potrebbe essere vietato o messo a pagamento
- Gli ISP potrebbero far pagare l’accesso alla rete alle imprese basate sul Web.
In questo post vedremo come e quando è nata la net neutrality, perché rischia di venire abolita negli USA e qual è la situazione attuale in Italia.
Definizione della neutralità della rete
Questa è la definizione data da Tim Wu, professore universitario e avvocato americano che ha reso celebre il termine “net neutrality” nel 2003: “l’idea è che una rete informativa pubblica massimamente utile aspiri a trattare tutti i contenuti, siti e piattaforme allo stesso modo. Ciò permette alla rete di trasportare ogni tipo di informazione e supportare ogni tipo di applicazione. Il principio suggerisce che le reti informative abbiano maggior valore quando è minore la loro specializzazione – quando sono una piattaforma per usi diversi, presenti e futuri”.
Un’altra definizione interessante, più incentrata sulla persona, è quella di Google: “la network neutrality è il principio per cui gli utenti di Internet dovrebbero avere il controllo su cosa possono vedere e quali applicazioni vogliono usare su internet”.
La neutralità della rete interessa le reti a banda larga che forniscono accesso a Internet, servizi telefonici e trasmissioni televisive. Una rete viene considerata neutrale se non ci sono restrizioni ai dispositivi connessi e al loro funzionamento. In base a questo principio, gli ISP non possono bloccare, rallentare o segmentare l’accesso ai dati né far pagare gli utenti per ottenerlo in diverse forme e misure.
Dal 2005, negli Stati Uniti, la FCC (Federal Communications Commission) ha iniziato a rispettare i principi di neutralità della rete proposti da Wu, ma bisogna aspettare fino al 26 giugno del 2015 perché Internet venga riconosciuta dalla FCC come rete neutrale.
Purtroppo, questa conquista recente rischia di essere persa negli USA, in cui gli ISP non hanno mai smesso di provare a ristabilire i propri privilegi. A giugno del 2018 è stata resa ufficiale la revoca della net neutrality da parte della FCC, proposta dall’attuale presidente Ajit Pai (amministrazione Trump).
A questa decisione si sono opposti milioni di cittadini americani, imprese del calibro di Google e Twitter e vari politici che hanno richiesto al Congresso di intervenire e annullare la decisione della FCC.
Che cosa cambierebbe negli USA se venisse definitivamente abolita la net neutrality?
L’accesso a Internet sarebbe interamente nelle mani delle grandi compagnie telefoniche e di servizi Internet. Queste potrebbero chiedere un compenso alle attività economiche basate sul Web, dalle piccole imprese di e-commerce ai giganti dei social media e della pubblicità come Google e Facebook.
Inoltre, gli ISP potrebbero segmentare l’accesso e l’utilizzo della rete, creando una nuova Internet a diverse velocità in base a quanto si paga e, cosa ancora peggiore, decidendo arbitrariamente quali contenuti e siti accettare e quali bloccare. Detto in altri termini, dal punto di vista di imprese e utenti, la fine della net neutrality mette in pericolo la libertà di espressione e il diritto all’informazione delle persone.
C’è un altro aspetto ancora più preoccupante rispetto al lato economico ed è quello politico. Dati gli ultimi episodi della politica internazionale degli Stati Uniti, possiamo supporre che un obiettivo dell’amministrazione Trump sia aumentare il controllo governativo su Internet e i suoi utenti. Se applicassimo quello che sta succedendo a Internet alla stampa, sarebbe come se il governo degli USA annunciasse di istituire la censura e limitazioni alla libertà di stampa. Concetti inammissibili in una democrazia del 2019, questi rischi sono appunto ciò che i tanti americani cercano di combattere con varie iniziative come la battle for the net: una vera e propria lotta per la difesa della net neutrality.
Che impatto ha questa decisione sull’Italia e l’Europa?
Per adesso nessuno, ma se la decisione presa dalla FCC non dovesse essere abrogata, i primi a risentirne saranno le multinazionali americane e, di conseguenza, i loro clienti europei. In pratica, un giorno potremmo trovarci a pagare un abbonamento di 1€ al mese per utilizzare Facebook o comprare su Amazon.
Dobbiamo avere paura che i legislatori europei imitino quelli statunitensi? Può darsi. Se gli ISP americani dovessero vincere la loro battaglia, è ovvio che, da questa parte dell’Atlantico, un pensierino ce lo farebbe anche Vodafone, il più grande ISP europeo.
Qual è la situazione attuale in Italia e in Europa?
La decisione della FCC è stata criticata duramente dal governo italiano. Inoltre, nel nostro paese dal 2015 è in vigore la Dichiarazione dei diritti di Internet, 14 articoli che regolano il rapporto tra i cittadini italiani e la rete. Insomma, Internet è visto come un bene comune da preservare e mantenere accessibile a tutti, indipendentemente da mezzi economici, dispositivi e finalità.
L’Europa dal canto suo continua a promuovere la democratizzazione della rete con politiche educative e leggi come l’abolizione del roaming all’interno della UE.
Implicazioni per la sicurezza informatica
È difficile prevedere in che modo un’eventuale restrizione della net neutrality potrebbe incidere sulla sicurezza informatica degli utenti, ma dubitiamo che possa essere positivo. Limitare l’accesso a siti e contenuti potrebbe spingere molti utenti a procurarseli con metodi illegali, ad esempio scaricando da reti P2P ed esponendosi di più a potenziali attacchi informatici. Inoltre, alcuni servizi Internet importanti per la sicurezza dei dati (come il cloud per il backup) potrebbero diventare a pagamento o più cari, dissuadendo gli utenti dall’utilizzarli e abbassando il livello di protezione dei dati personali.
Approfondimenti
La neutralità della rete è un principio di base da proteggere e sviluppare ulteriormente, checché ne dicano certe correnti retrograde di altri paesi. Uno scenario da tenere sott’occhio nel prossimo futuro è il rapporto tra la net neutrality e la rete 5G. Uno dei pilastri della nuova tecnologia è la segmentazione della banda larga (slicing) in base ai tipi di servizi offerti dal provider. Nei prossimi anni, se non mesi, l’Europa dovrà affrontare più seriamente la questione della neutralità della rete se non vuole che gli ISP suddividano il bacino di utenti come pare a loro, violando quei diritti all’informazione e all’utilizzo della rete conquistati così faticosamente.
Buona navigazione nella rete neutrale!