Scopriamo insieme quali sono le nuove funzioni dei dispositivi Apple basate sull’AI e cosa ci aspetta in futuro.

Tim Cook, il direttore generale di Apple, ha dichiarato che la sua azienda “sta investendo enormi quantità di risorse nell’intelligenza artificiale”, tra cui i modelli di AI generativa, e che entro la fine del 2024 lancerà molte nuove funzionalità AI Apple.

Come usa Apple l’intelligenza artificiale? In quali app è già integrata e come migliorerà l’utilizzo da parte degli utenti in futuro? Qual è la posizione di Apple riguardo al difficile rapporto tra AI e privacy? In questo post rispondiamo a queste domande e facciamo il punto sulle iniziative di Apple relative all’intelligenza artificiale. Buona lettura!

Apple AI

Apple è stata una delle prime aziende a introdurre un assistente intelligente, con Siri nel 2011. Da allora sono successe molte cose, e come sempre Apple è stata in prima linea per offrire prodotti e funzionalità avanzatissime ai suoi clienti. Ad esempio, ha iniziato a integrare l’AI nelle fotocamere per migliorare la qualità degli scatti e ha lanciato i chip bionici, di cui il più famoso attualmente è il chip A14 Bionic.

Questi processori integrano tecnologie avanzate, tra cui acceleratori di apprendimento automatico e motori grafici avanzati, che rendono i dispositivi Apple estremamente potenti.

Quattro anni fa, Apple ha creato un team che oggi si occupa principalmente di AI conversazionale e si dice che stia lavorando a una specie di “Apple GPT”, cioè un chatbot come ChatGPT per i sistemi Apple.


Apple punta come sempre sulla personalizzazione e l’efficienza, ma non è bravissima a tutelare la privacy dei suoi utenti.


Integrazioni di AI nei dispositivi Apple

Vediamo quali sono i principali utilizzi dell’intelligenza artificiale nei dispositivi Apple:

iOS 18

L’AI iPhone è quella più visibile e performante, grazie a funzionalità come la traduzione in tempo reale i suggerimenti proattivi in base all’uso di ciascun utente. Apple punta come sempre sulla personalizzazione e sull’esperienza di utilizzo, che da anni contraddistinguono i suoi prodotti rispetto alla concorrenza (insieme ai prezzi).

Inoltre, l’app Foto utilizza l’AI per riconoscere volti, luoghi e oggetti, creando automaticamente album e ricordi personalizzati. Infine, grazie all’integrazione di modelli di linguaggio naturale di grandi dimensioni (LLM) come ChatGPT, interagire con Siri è diventato molto più facile, divertente e utile. Ora Siri riconosce meglio i comandi e le domande, e sa fare molte più cose.

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macOS Sequoia

L’ultima release del sistema operativo dei MAC punta sulla produttività e l’integrazione con gli altri dispositivi del brand. Innanzitutto, Sequoia utilizza l’AI internamente per organizzare e semplificare la gestione di documenti, email e altre attività. Inoltre, include una funzione di mirroring del telefono sul computer, per visualizzare i contenuti delle app sul MAC e, infine, introduce un primo motore di AI generativa di immagini.

Da questo punto di vista, Apple consolida la sua immagine di azienda dedicata ai professionisti del design grafico e digitale. Tra le altre cose, e offre prodotti e funzionalità che puntano a semplificare sempre di più la vita dei suoi utenti. Permettendogli di fare più cose in meno tempo.

watchOS 11

Da un certo punto di vista, i dispositivi indossabili di Apple sono quelli che integrano l’AI nel modo più originale di tutti. Grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale avanzata, l’Apple Watch è in grado di monitorare con maggiore precisione le costanti vitali di chi lo indossa per analizzare più dati e più rapidamente. Inoltre, include una funzione per calibrare i carichi di allenamento in base alle costanti dell’utente e ai suoi obiettivi.

Infine, tutti i dispositivi Apple utilizzano l’AI per migliorare la propria sicurezza informatica, ad esempio per rendere più preciso e rapido il riconoscimento facciale di Face ID e Touch ID, e per rendere più potente e veloce il controllo delle vulnerabilità.

Quindi, volendo riassumere, Apple ha scelto di integrare l’intelligenza artificiale principalmente per migliorare l’esperienza di utilizzo di dispositivi e app, renderla più personalizzata, migliorare la sicurezza e aiutare le persone a essere più produttive quando usano i suoi prodotti.

Tutto questo è in linea con le caratteristiche del marchio Apple fin dalla sua fondazione. Ma c’è una cosa che non ci convince del tutto: il rapporto tra intelligenza artificiale da un lato e privacy e cybersecurity dall’altro.


Le principali innovazioni riguardano Siri, Foto, la sicurezza e la personalizzazione dei sistemi, ma le voci di corridoio parlano di un progetto tipo “Apple GPT”…


AI, Apple e privacy

È un equilibrio difficile. Come tutte le Big Tech, Apple non rispetta molto la privacy dei suoi utenti; magari non così tanto come Meta o Google, ma è comunque una multinazionale della tecnologia che basa la maggior parte dei suoi servizi sull’analisi dei clienti e del loro comportamento.

Da questo punto di vista, l’AI presenta una serie di difficoltà, perché si basa sulla raccolta di dati personali:

  • I dati personali non sono solo il nome o l’orientamento sessuale, ma includono molte altre informazioni, secondo la definizione comunemente accettata nell’Unione Europea, tra cui attività sui dispositivi, abitudini, interessi, posizione, conversazioni e molte altre ancora. Tutte queste informazioni vengono raccolte da Apple per personalizzare l’esperienza di utilizzo, il sistema operativo e le interazioni con Siri. E per altri scopi che non conosciamo e che l’azienda non è obbligata a divulgare.
  • L’elaborazione dei dati avviene principalmente sul dispositivo, ma molti dati devono comunque essere inviati ai server cloud di Apple per essere analizzati e incorporati nei dataset. Questo potrebbe diventare una nuova vulnerabilità e una porta d’entrata in più per gli hacker.
  • L’aggregazione dei dati segue regole di anonimizzazione, in modo che non possano essere usati per identificare le persone. Tuttavia, questi processi non sono infallibili e alcune informazioni possono superare i filtri e rimanere visibili. Questo vale anche e soprattutto per i dati che vengono inclusi nei data set dei modelli LLM.
  • Come altre Big Tech, Apple non informa bene gli utenti sull’utilizzo dei dati e su come le persone possono controllare questo utilizzo. La semplice raccolta del consenso non è sufficiente per garantire che le persone siano davvero consapevoli di cosa viene raccolto, con quali scopi e con quali risultati.
  • Con la scusa del “miglioramento dei servizi”, alcuni dati vengono condivisi con terze parti, ovvero i partner e fornitori di servizi di Apple. Questo può ampliare ulteriormente la divulgazione di informazioni personali, ad esempio per includere reti pubblicitarie.
  • Infine, c’è sempre il rischio di un incidente di sicurezza o di una violazione dei dati personali, i cui danni aumentano parallelamente alla quantità di dati raccolti.

Per arginare questi problemi (che non equivale a risolverli), Apple ha introdotto alcune funzioni di sicurezza e afferma di garantire il massimo della trasparenza e controllo ai suoi utenti. Ma il risultato finale è diverso da quello promesso.

Nei prossimi mesi, soprattutto quando entrerà in vigore il regolamento sull’intelligenza artificiale dell’Unione Europea (AI Act), scopriremo in che misura Apple rispetta davvero la privacy e la sicurezza di chi la sceglie. Per adesso, ci limitiamo a osservare i grossi miglioramenti a livello di usabilità e produttività sia su iPhone che su Mac. Che fanno presagire il lancio di nuove e interessanti funzionalità entro la fine del 2024.

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Buona navigazione e buon utilizzo dell’intelligenza artificiale Apple!