I videogiochi possono creare dipendenza, ma se gestiti in modo consapevole possono anche essere benefici, oltre che divertenti. Scopri come fare!

Il 12% degli studenti, per un totale di circa 480mila giovani tra gli 11 e 17 anni, rischia di sviluppare una dipendenza da uso di videogiochi. Lo dice il recente studio sulle “Dipendenze comportamentali nella Generazione Z”, realizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità.

La dipendenza dei videogiochi è un problema serio, che rientra nella più ampia categoria dell’Internet Gaming Disorder, ed è stato inserito nei nuovi manuali di psichiatria infantile.

Come si fa a riconoscere l’inizio di una dipendenza in un minore? E che cosa possiamo fare per prevenirla e insegnare a usare i videogiochi in modo equilibrato? Ne parliamo in questo articolo. Buona lettura!

Cos’è la dipendenza da videogiochi e come si manifesta

La dipendenza da videogiochi è una dipendenza psicologica dall’uso dei videogiochi (offline e online, ma soprattutto questi ultimi), causata sia dagli effetti psicologici e neurologici del gioco sul cervello umano sia dalla dimensione sociale di utilizzo dei videogiochi, come la competizione, l’accettazione, il cyberbullismo e altri fenomeni collegati.

La dipendenza si instaura lentamente ed è associata principalmente a un uso dei videogiochi eccessivo e senza la supervisione di un adulto (ne parleremo meglio tra poco). Questi sono i segnali di una possibile dipendenza da videogiochi:

  • Pensiero costante sui videogiochi: difficoltà a staccarsi mentalmente dall’idea di giocare.
  • Tensione e disagio psicofisico: sensazione di malessere generale quando non si gioca.
  • Alterazioni dell’umore: irritabilità, ansia o stati depressivi.
  • Necessità crescente di avanzare nel gioco: ricerca compulsiva di miglioramenti, potenziamenti o risorse per progredire.
  • Fuga dalla realtà: utilizzo dei videogiochi come strumento per evitare problemi o situazioni difficili.
  • Ossessione per gli obiettivi del gioco: perdita di interesse per attività al di fuori del mondo virtuale.
  • Comportamenti nascosti o dissimulati: tentativo di nascondere il tempo effettivamente trascorso a giocare.
  • Riduzione delle interazioni sociali: progressivo allontanamento da amici e famiglia.
  • Impatto negativo sullo studio o sul lavoro: calo del rendimento scolastico o professionale dovuto al tempo eccessivo dedicato al gaming.
  • Incapacità di interrompere il gioco: difficoltà a stabilire limiti e a dedicarsi ad attività della vita quotidiana.

È importante ricordare che uno o due di questi sintomi da soli non sono sufficienti per stabilire una dipendenza da videogiochi e che, in ogni caso, è sempre necessario il parere di un esperto.

Se noti che i tuoi figli hanno alcuni di questi comportamenti, potreste parlarne in insieme per valutare meglio la situazione e, eventualmente, chiedere aiuto a un professionista.

Il 12% degli studenti tra gli 11 e i 17 anni rischia di sviluppare una dipendenza dai videogiochi.

Perché i videogiochi creano dipendenza?

I videogiochi possono creare dipendenza per una combinazione di fattori psicologici, neurologici e comportamentali. Ecco le principali ragioni:

Sistema di ricompensa e dopamina

Ogni volta che un giocatore raggiunge un obiettivo (come completare una missione o guadagnare punti), il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore legato al piacere e alla motivazione. Questo meccanismo crea un ciclo di ricompensa che spinge il giocatore a continuare a giocare per ottenere lo stesso senso di soddisfazione.

Gioco coinvolgente e progressivo

I videogiochi sono progettati per essere stimolanti e accessibili all’inizio, ma diventano progressivamente più difficili, mantenendo alto l’interesse del giocatore e sfruttando l’equilibrio tra complessità e raggiungimento degli obiettivi.

Elementi e funzionalità come i livelli, gli obiettivi giornalieri e i premi casuali invogliano a giocare e creano aspettative nei giocatori.

Competizione e socializzazione

Soprattutto nei giochi multiplayer – ma anche nelle community dei giochi offline – la competizione con altri giocatori o la collaborazione in gruppi rafforza il desiderio di migliorarsi e di partecipare attivamente.

La dimensione sociale dei videogiochi online può essere particolarmente attrattiva per chi cerca un senso di appartenenza.

Fuga dalla realtà

I videogiochi offrono un ambiente virtuale dove il giocatore può essere chiunque e vivere esperienze difficilmente replicabili nella vita reale, come combattere draghi, esplorare mondi fantastici o diventare un campione sportivo.

Questo li rende un rifugio ideale per chi affronta stress, problemi personali o difficoltà sociali, e come tutte le cure sintomatiche è un’arma a doppio taglio, perché se da un lato tampona la situazione e riduce lo stress, dall’altro impedisce alla persona di trovare una soluzione al problema.

Feedback immediato

A differenza della vita reale, i videogiochi offrono risultati e ricompense immediati, creando un senso di gratificazione istantanea. Questo meccanismo psicologico è la base dell’Internet Gaming Disorder a cui abbiamo accennato prima e che di fatto è ancora più grave e pericoloso sulle reti sociali che nei videogame.

Riassumendo, i videogiochi possono creare dipendenza per il modo in cui sono progettati, ma non solo: dipende anche e soprattutto da come vengono utilizzati, ed è qui che possiamo agire per far sì che i giochi rimangano un divertimento e non si convertano in una patologia.

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Non demonizziamo i videogiochi

Come ricorda la professoressa Elisa Fazzi, Direttore della U.O. di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia, è importante “non demonizzare i videogiochi, perché possono anche offrire opportunità uniche per l’apprendimento e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, per favorire le abilità cognitive e sociali, offrendo occasioni di divertimento e la possibilità di creare scenari ricchi di fantasia.”

I videogiochi, insomma, non sono il male, prima di tutto perché non sono tutti uguali e poi perché i loro effetti dipendono dal modo in cui li utilizziamo. Ad esempio, se usati con moderazione, possono avere effetti benefici: mantengono la mente agile, promuovono la cooperazione e i processi decisionali, riducono lo stress, mantengono viva la curiosità e l’immaginazione (non sono nei bambini, ma anche nelle persone adulte) e molto altro ancora.

E quindi, cosa fa la differenza? Quali sono i fattori che, se controllati, rendono i videogiochi un piacere e un’attività benefica e che, se invece non vengono monitorati, possono convertirla in un problema e creare dipendenza?

Consigli per prevenire la dipendenza dai videogiochi

Andiamo a vedere quali sono i fattori decisivi e come gestirli per prevenire una possibile dipendenza.

Quali videogiochi

La prima cosa da tenere a mente è che i videogiochi non sono tutti uguali. Un gioco online open world non è la stessa cosa di un gioco pay to win basato su meccaniche ripetitive che tengono incollato il giocatore allo schermo. 

Quindi, per cominciare, bisogna imparare a scegliere i giochi che lasciamo usare ai nostri figli e il modo migliore per farlo, oltre alle etichette PEGI, è provarli personalmente e cercare informazioni online.

Limitare il tempo davanti agli schermi

Prima ancora di limitare l’uso dei giochi, dobbiamo ricordare che i bambini dai 2 ai 5 anni di età non dovrebbero passare più di 1 ora al giorno davanti agli schermi, che si tratti di smartphone, tablet, televisione o computer. Questo limite sale a 2 ore per i bambini dai 6 anni in su.

Limitare il tempo di gioco

Le limitazioni vanno discusse, spiegate e applicate insieme ai ragazzi, per non generare rifiuto e farli sentire partecipi delle decisioni. Un buon modo è usare timer e app di parental control, che hanno anche molte altre funzionalità utili.

Inoltre, anche ad età più avanzate, è importante limitare i momenti di gioco consecutivo a circa 60 minuti, non solo per gli effetti psicologici che abbiamo già visto, ma anche per le conseguenze a livello fisico, come l’affaticamento mentale e oculare e l’effetto sulla postura corporale.

Insegnare a riconoscere i sintomi della dipendenza

Soprattutto con i bambini più grandi, dobbiamo spiegare quali sono i rischi e insegnare loro a riconoscere i segnali di pericolo, in maniera che possano avvisarci se non si sentono bene.

Questo vale per gli effetti diretti della dipendenza, come irritabilità e difficoltà a dedicarsi ad altre attività, ma anche per quelli indiretti, come possibili casi di bullismo online nelle community di giocatori o sui social.

Dare attenzioni

Come per tutte le altre attività dei minori, è importante trovare del tempo da dedicargli, per non farli sentire soli e in balia di sé stessi. Tutti gli esseri umani hanno bisogno di amore, sicurezza e protezione, ma i bambini e gli adolescenti ancora di più.

In questo ambito, un buon modo potrebbe essere quello di condividere la loro passione e giocare insieme. Non è necessario passare un’ora al giorno davanti al computer, l’importante è creare un momento di condivisione e divertimento in loro compagnia e facendo quello che piace a loro.

Promuovere altri tipi di intrattenimento

Contemporaneamente, possiamo stimolare altri interessi e attività, in questo caso non digitali, in modo da bilanciare il tempo dedicato ai videogiochi e trascorso davanti a uno schermo.

I videogame non dovrebbero mai rubare tempo ad altre attività fondamentali, come il gioco in società, all’aria aperta e lo sport.

Chiedere a un esperto

Infine, se pensi che i tuoi figli possano aver sviluppato un problema di dipendenza dai videogiochi, è meglio chiedere a un esperto, ad esempio a uno psicologo infantile, per valutare meglio la situazione ed eventualmente trovare una cura.

La chiave non è proibire, ma scegliere i videogiochi giusti e insegnare a usarli in modo equilibrato.

I videogiochi sono sicuri?

La nostra missione è rendere più sicure le attività digitali delle persone, quindi anche di minori e appassionati di videogiochi. Oltre al potenziale problema della dipendenza, bisogna ricordare che i videogiochi possono comportare dei rischi di cybersicurezza.

I genitori devono conoscere bene questi rischi, per proteggere i dati personali e i dispositivi dei loro figli e di tutta la rete di casa; per questo motivo, per concludere questo articolo sulla dipendenza dei videogiochi, ti ricordiamo i 3 pericoli principali dei videogiochi:

  1. Malware nei giochi scaricati. Molti ragazzi scaricano giochi piratati o mod da fonti non ufficiali. Questi file possono contenere virus che possono alterare il funzionamento del dispositivo e rubare dati personali. Per questo è importante educare a non scaricare giochi pirata e usare sempre un antivirus sui dispositivi di gioco.
  2. Truffe e phishing. Soprattutto nei videogiochi multiplayer online, i giocatori possono essere bersaglio di phishing o truffe tramite messaggi privati, link fraudolenti e false offerte. Con questi stratagemmi, i criminali informatici cercano di ottenere informazioni personali o installare malware sui dispostivi delle vittime.
  3. Cyberbullismo. Le chat integrate nei videogiochi e le community online sono un terreno fertile per le molestie e il bullismo online, con comportamenti tossici, insulti, esclusioni mirate o persino minacce.

In questo articolo abbiamo visto cos’è dipendenza dai videogiochi, come nasce e perché si sviluppa, e soprattutto cosa possiamo fare per prevenirla e aiutare i nostri figli a divertirsi in modo sano ed equilibrato.

Se pensi che tuo figlio stia sviluppando un rapporto poco sano con i videogiochi, non ignorare questi segnali. Stabilisci regole chiare, proponi alternative coinvolgenti e, soprattutto, mantieni aperto il dialogo.

Anche i tuoi figli amano i videogiochi? Quali regole seguite in casa? Faccelo sapere nei commenti!

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Buona navigazione e buona prevenzione della dipendenza dei videogiochi!