Site icon Panda Security Mediacenter

10 modi per controllare i tuoi dati quando usi l’AI generativa

Scopriamo alcuni metodi efficaci per utilizzare le app come ChatGPT e Bard senza mettere in pericolo i nostri dati personali.

Le applicazioni di AI generativa come ChatGPT, DALL-E o Lensa sono molto utili e divertenti, ma rappresentano un rischio potenziale per i dati di chi li usa. Ne abbiamo parlato in molti post: il problema principale è che le conversazioni o le immagini che carichiamo vengono salvate e aggiunte al dataset, e in molti casi l’utente non sa bene come vengono usati i suoi dati personali o non può controllarli in modo efficace.

In questo post vediamo 10 consigli pratici per utilizzare le app di AI generativa in modo consapevole e nel rispetto della privacy (la nostra). Continua a leggere!

Più di 1 italiano su 3 non sa quali e quanti dati condivide online.
Fonte: sondaggio di Panda Security, 2023

I dati personali e le applicazioni di AI generativa

Partiamo con una premessa per chi non conosce come funzionano le app come ChatGPT e DALL-E. L’intelligenza artificiale generativa è una branca che si occupa di strumenti in grado di produrre contenuti, in particolare immagini, testi e video. Per farlo, utilizza complessi algoritmi (regole matematiche) che prendono in considerazioni milioni di documenti, imparano come sono fatti e utilizzano tutti i dati salvati per generare nuovi risultati in risposta alla richiesta dell’utente.

Questi risultati non sono mai il frutto dell’immaginazione, in quanto le intelligenze artificiali possono combinare dati e informazioni ma, ad esempio, non possono fare previsioni e hanno diversi problemi con l’umorismo e lo stile della comunicazione (per ora).

Da quando sono diventate di dominio pubblico, sempre più persone le usano per divertimento o per semplificare certe operazioni del proprio lavoro, come la stesura di email o articoli per il web. Tuttavia, pochi si fermano a pensare a cosa succede alle informazioni che condividono, alle foto che caricano o ai dati sull’utilizzo. Di fatto, dal nostro ultimo sondaggio di cybersecurity è emerso che più di 1 italiano su 3 non sa quali e quanti dati condivide online.

Per questo motivo, è importante imparare a usare l’AI generativa in modo consapevole, controllando la quantità e la qualità delle informazioni che condividiamo e decidendo fino a che punto siamo disposti a rinunciare a un po’ della nostra privacy per approfittare di queste nuove tecnologie.

Come tutelare la tua privacy quando usi l’AI generativa

L’intelligenza artificiale ormai è ovunque, dai motori di ricerca ai sistemi di videosorveglianza, dai programmi per la gestione dei processi aziendali fino al controllo dei dispositivi intelligenti per la casa. Tuttavia, qui a noi interessa l’intelligenza artificiale di tipo generativo, ovvero quella che utilizza le reti neurali e il deep learning per imitare il comportamento umano, apprendere e interagire con le persone fornendo risposte sotto forma di testi, immagini o video.

Per le questioni di privacy e sicurezza legate ad altri tipi di intelligenza artificiale e alle ultime tecnologie, ti rimandiamo ad altri post nel nostro blog, ad esempio al nostro sondaggio di cybersecurity su domotica ed AI.

Ecco i nostri 10 consigli per mantenere il controllo sui tuoi dati:

  1. Innanzitutto, leggi le norme sulla privacy dei servizi che decidi di utilizzare. Ad esempio, se accedi alla pagina Privacy policy di OpenAI (l’azienda che ha creato ChatGPT), noterai come prima cosa che non c’è una versione in italiano, il che è un grosso problema perché il servizio è tornato a essere disponibile nel nostro paese, ma le norme sono solo in inglese, per cui non tutti possono comprenderle bene.
  2. Decidi cosa condividere e cosa no. Se vuoi usare app come Lensa o DALL-E per creare immagini e video, decidi in anticipo che tipo di immagini vuoi condividere, tenendo presente che verranno salvate e usate in base alle norme di cui abbiamo parlato al punto precedente.
  3. Regola le impostazioni. Alcuni servizi come ChatGPT hanno fatto in modo che le impostazioni siano facili da trovare e configurare (soprattutto dopo aver ricevuto avvertimenti dai garanti della privacy di vari stati). Altre aziende, però, non sono così efficaci. Ad esempio, se usi Microsoft Designer per creare copertine, diagrammi o presentazioni, dovrai andare al Centro della privacy nelle impostazioni dell’account per configurarle, e trovare le sezioni relative alle varie app e servizi non è per niente immediato.
  4. Informati online. Oltre a quanto c’è scritto sui siti degli sviluppatori, ti consigliamo di cercare informazioni online. Soprattutto per la tecnologia e l’informatica, il web è pieno di persone che condividono le proprie conoscenze con chi ha meno competenze tecniche.
  5. Usa una VPN. Se non vuoi condividere troppi dati sull’utilizzo che fai dell’AI generativa, puoi utilizzare una rete privata virtuale, che nasconderà il tuo indirizzo IP e applicherà la crittografia a tutti i dati che trasmetti quando interagisci con l’AI.

 

LEGGI ANCHE: Che cos’è una VPN, guida per principianti alle reti private virtuali

 

  1. Decidi cosa scrivere nelle richieste e quali informazioni evitare. In modo analogo ai file che sei disposta o disposto a caricare, è meglio decidere in anticipo quali informazioni ti senti di condividere quando scrivi i prompt per l’AI. Questo perché le frasi che scrivi vengono salvate e, in certi casi, lette da revisori umani.
  2. Controlla i contenuti generati dall’AI prima di usarli. Prima di pubblicare un post su Facebook scritto, ad esempio, con ai, controlla che non contenga accidentalmente informazioni riservate o che rispetti i tuoi standard di privacy. Inoltre, l’AI non è infallibile ed è buona norma controllare i contenuti che genera perché potrebbero contenere errori, fake news o dati personali altrui.
  3. Segnala eventuali violazioni della privacy. Siamo agli inizi delle app di AI generativa, per cui è importante contribuire allo sviluppo di un ecosistema digitale sano e trasparente. Un modo efficace è quello di segnalare tutti i sospetti casi di attività ingannevole, mancato rispetto della privacy e così via. Puoi inviare una segnalazione alla polizia postale o un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali.
  4. Invia un feedback. Per gli stessi motivi del punto precedente, è importante comunicare con l’azienda che mette a disposizione il servizio di AI generativa, gratis o a pagamento che sia. Il contributo dell’utente è importante, soprattutto nelle fasi preliminari dello sviluppo delle app. Di fatto, molte di queste sono ancora gratuite perché in versione beta, ovvero in fase sperimentale.
  5. Rifletti sul rapporto tra privacy e tecnologia. Nella moderna economia digitale, le grandi aziende guadagnano innanzitutto grazie ai nostri dati, che usano per perfezionare i propri servizi, come fa Google con la pubblicità online e con il proprio collaboratore creativo Bard. D’altra parte, cedere una parte dei nostri dati (o guardare un annuncio pubblicitario) è il prezzo indiretto che dobbiamo pagare per approfittare gratuitamente di molti servizi utili.
    Il punto è riflettere su questo rapporto e decidere fino a dove siamo disposti a spingerci: quanti dei nostri dati personali siamo disposti a cedere a cambio di navigatori, servizi di streaming e, in questo caso, app di AI generativa.

 

Cedere una parte dei nostri dati è il prezzo che paghiamo per accedere a una miriade di servizi utili gratuitamente.

 

In questo post abbiamo ricordato cos’è l’AI generativa, come funziona e abbiamo condiviso 10 consigli efficaci per mantenere il controllo sui nostri dati personali (almeno in parte!) quando usiamo app di AI come ChatGPT, Bard o Bing.

L’ultimo consiglio, riflettere sul rapporto tra privacy e tecnologia, è più un invito che altro. Sappiamo che non è sempre possibile rinunciare alle tecnologie moderne o trovare il tempo per prendere decisioni informate al 100%. L’importante è tenere presente che esiste una relazione tra le comodità digitali che usiamo e i nostri dati personali.

Allo stesso modo, e per concludere, è importantissimo ricordare che le leggi italiane ed europee sono tra le migliori in materia di privacy e i cittadini possono far valere i propri diritti in molti modi, dalla cancellazione dei dati salvati alla denuncia alle autorità per violazione della privacy.

CONTINUA A LEGGERE: Nuove leggi europee con limiti per le Big Tech

Buona navigazione e buona protezione della privacy mentre usi l’AI generativa!

Exit mobile version