Spopola l’app di audio chat resa famosa da Elon Musk, ma cosa c’è dietro il suo successo?
Clubhouse è sulla bocca di tutti, letteralmente. La nuova app di chat vocale non smette di fare notizia, un po’ perché è un’alternativa ai social basati su testo e immagini e un po’ perché ogni due settimane vengono scoperti nuovi problemi di sicurezza.
Tuttavia, il grande pubblico non sembra avere paura dei dubbi sulle misure di sicurezza di Clubhouse e sui rischi per la privacy. Tutti vogliono un account ma pochi possono averlo (per ora è solo con invito diretto e su iOS) e nel frattempo nascono i primi fenomeni social da audio chat.
In questo articolo facciamo il punto su Clubhouse, vediamo come funziona, quanto è sicura e perché sta avendo così tanto successo.
Cos’è Clubhouse
Clubhouse è un’app di audio chat in cui gli utenti possono entrare in chat room aperte o private e partecipare a conversazioni di gruppo con un massimo di 5000 persone. Clubhouse è ancora giovane ed è in versione beta disponibile solo per iOS. Per utilizzarla è necessario ricevere un invito da parte di un altro utente.
Su Internet si moltiplicano le videorecensioni di Clubhouse e immancabilmente tra i commenti c’è sempre qualcuno che chiede “che differenza c’è tra Clubhouse e Discord?”. Il dubbio è più che legittimo, di fatto Clubhouse, Discord e Teamspeak sono molto simili, a parte qualche differenza a livello di apertura al pubblico delle conversazioni e personalizzazione delle chat room.
Discord e le altre applicazioni di audio chat sono nate come canale di comunicazione per i gamer impegnati in partite online di gruppo. Piano piano, queste applicazioni si sono diffuse anche presso il pubblico generalista, ma quando il salto avviene dall’oggi all’indomani – e tra poco vedremo perché, nel caso di Clubhouse – lì è quando iniziano i problemi tecnici e di sicurezza.
Clubhouse, la privacy degli utenti e la Cina
Le app in versione beta e nei primi stadi di sviluppo hanno sempre dei bug e delle vulnerabilità. Clubhouse non è certo un’eccezione, ma in questo caso le preoccupazioni sono più serie e più fondate, perché riguardano direttamente la privacy delle conversazioni e i dati personali degli utenti.
I ricercatori di un gruppo dell’università di Stanford (Stanford Internet Observatory) si sono chiesti dove finiscono tutti i dati audio delle conversazioni e la risposta è che una parte passa per i server dell’azienda cinese Agora, che come tutte le imprese della Repubblica Cinese ha il dovere di trasmettere i dati al governo se questo li richiede.
A questo problema dobbiamo aggiungere il fatto che in Cina Clubhouse è stata bloccata, proprio perché il governo non può controllare e censurare conversazioni audio in tempo reale con migliaia di partecipanti (ma con una VPN per iOS si può ancora aggirare il blocco).
Il Garante della privacy chiede chiarimenti a Clubhouse
Quello appena descritto è il problema di sicurezza più evidente, ma Clubhouse suscita molti altri dubbi, su cui il Garante della privacy ha chiesto chiarimenti all’azienda. Le principali mancanze riguardano le seguenti aree:
- Informativa sul GDPR.
- Rappresentante europeo dell’azienda.
- Informazioni più chiare sulla conservazione delle conversazioni e sulla condivisione dei dati.
- Protocolli di sicurezza, come la crittografia dei dati durante la conversazione.
Da questo breve elenco è facile capire che l’app di audio chat Clubhouse soffre dei tipici problemi che potremmo definire “tipici della gioventù”. Di fatto, fino a qualche mese fa era una startup con pochi dipendenti e poche migliaia di utenti. Poi, il bacino di utenza è aumentato moltissimo in pochissimo tempo, per cui le molte mancanze a livello tecnologico e di sicurezza informatica hanno attirato giustamente l’attenzione di esperti e organismi regolatori come il Garante.
Da un certo punto di vista, possiamo dire che questo è ciò che succede quando un’app o un servizio viene scalato con una grandissima accelerazione, senza avere il tempo di seguire i ritmi di sviluppo standard. Come mai, allora, questo improvviso boom di Clubhouse?
I motivi del successo improvviso di Clubhouse
Questa domanda se la sono posti decine di esperti di app, social media e marketing, e più o meno tutti sono arrivati alla stessa conclusione: il repentino successo di Clubhouse è il risultato di una combinazione di fattori, la maggior parte dei quali non è direttamente collegato con la funzione principale dell’app.
Innanzitutto, il boom è arrivato dopo l’intervento di Elon Musk, che a fine gennaio ha creato una stanza su Clubhouse con Vlad Tenev, CEO di Robinhood, la piattaforma di trading per il caso di GameStop. Questo è il vero potere degli influencer di oggi: polarizzare l’attenzione e le opinioni, a volte di milioni di utenti.
Elon Musk l’aveva già fatto con il suo tweet in cui invitava a utilizzare Signal, pubblicato in seguito al malaugurato annuncio del cambiamento dei termini di utilizzo di WhatsApp. Questa volta, improvvisamente milioni di persone hanno scoperto Clubhouse e tutti vogliono utilizzarla per partecipare a conversazioni con personalità del calibro di Musk.
Siamo di fronte al classico principio della reputazione e dell’associazione dell’opinione su un prodotto a quella che abbiamo di una persona che lo utilizza: negli anni 90, se Michael Jordan indossava le Nike, significava che erano delle buone scarpe da ginnastica. Ma c’è di più.
A rendere così speciale Clubhouse è anche questo alone di esclusività che la circonda: l’app è ancora in versione beta ed è disponibile solo per chi possiede un terminale iOS e ha ricevuto un invito da parte di un altro utente. È come la zona VIP della discoteca, tutti vogliono entrare.
Tuttavia, forse c’è ancora un altro motivo per cui Clubhouse è diventata di colpo così interessante: Clubhouse è un’app di audio chat di gruppo, ovvero un formato di conversazione naturale di cui forse, dopo un anno di pandemia e confinamenti vari, le persone cominciano a sentire la mancanza.
Conclusioni
Complice la tremenda influenza mediatica di Elon Musk, Clubhouse è diventata il nuovo social del momento. Se si tratta di una moda passeggera o della rivelazione di una nuova realtà digitale destinata a consolidarsi, questo ancora non si sa.
Ciò che invece sappiamo con certezza è che Clubhouse dovrà risolvere i molti problemi di sicurezza e privacy di cui soffre al momento e iniziare a comunicare in modo più chiaro con gli utenti riguardo al trattamento dei dati personali.
Quando un servizio digitale diventa improvvisamente la destinazione di milioni di persone, è solo questione di tempo prima che risvegli anche l’interesse degli hacker e li spinga a trovare un modo per approfittare del boom iniziale e delle molte vulnerabilità. Per questo, se hai la fortuna di essere tra i primi utenti italiani di Clubhouse, ti consigliamo di installare un buon antivirus per Mac e fare attenzione a ciò che fai nelle chat room e alle informazioni che condividi durante le conversazioni.
Buona navigazione e buon divertimento su Clubhouse!